Laureato in Chimica Industriale, membro dell’European Chemist Registration Board, Consigliere Tecnico della Camera Arbitrale Internazionale di Milano, Maurizio Carrera studia i benefici dell’acqua nel corpo umano da molti anni.
L’acqua è una risorsa vitale che riveste un ruolo fondamentale nel sostegno della salute e della longevità umana. Ne parliamo con Maurizio Carrera, esperto chimico e studioso dell’acqua, per comprendere appieno l’importanza di un’idratazione adeguata nel promuovere uno stile di vita sano e prolungare la vitalità nel tempo.
Qual è il ruolo dell’acqua nel mantenimento della salute e della longevità?
L’acqua non è solo un semplice elemento chimico ma a tutti gli effetti è da considerarsi come la base della vita, o meglio di tutte le forme di vita conosciute. L’acqua è un costituente essenziale del corpo umano ed è presente in percentuali molto alte in tutti gli esseri viventi rivestendo funzioni fondamentali per il corretto funzionamento degli organismi. La maggior parte delle reazioni chimiche che avvengono negli organismi viventi avvengono nell’acqua e richiedono molecole d’acqua per realizzarsi.
Da un punto di vista tecnico, bere acqua è fondamentale per garantire l’omeostasi cellulare, in parole semplici lo stato di equilibrio tra l’essere vivente e le mutevoli condizioni esterne, come il mantenimento ottimale della temperatura corporea al variare della temperatura dell’ambiente e della quantità di calore prodotto dal nostro metabolismo. Oltre all’omeostasi cellulare l’acqua ci garantisce altre funzioni vitali come la regolazione del volume cellulare, l’assorbimento di sostanze nutritive come aminoacidi, vitamine, minerali e tutte le numerose altre sostanze fondamentali al nostro metabolismo. Ed è non solo fondamentale per favorire i processi digestivi ma anche per favorire i processi di detossificazione.
Quali sono i segni di disidratazione e come possono influenzare la salute a lungo termine?
Il nostro organismo è in grado di inviarci molti segnali in presenza di disidratazione, il più comune dei quali è l’aumento della sete. Tuttavia, numerosi altri segnali si possono individuare facilmente, come una scarsa produzione di urina, che assumerà anche un colore più scuro e avrà un odore maggiore, la presenza di bocca, occhi e labbra secche, una diminuzione della sudorazione, una ridotta elasticità cutanea, un senso di stanchezza, fino ad arrivare a episodi di ipotensione passando dalla posizione supina o seduta a quella eretta o a vertigini che possono portare a confusione mentale. Qualora la disidratazione dovesse proseguire nel tempo possono quindi verificarsi shock e gravi danni agli organi interni come cervello, fegato e reni.

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Qual è la quantità ottimale di acqua che una persona dovrebbe bere al giorno per promuovere la longevità?
In realtà la quantità ottimale di acqua che una persona dovrebbe bere al giorno dipende da fattori come il sesso, l’età, il peso e lo stile di vita. Lo stesso Ministero della Salute e il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA (European Food Safety Authority) fornisce valori indicativi che dipendono, oltre dai fattori sopra accennati, anche dalle condizioni di temperatura ambientale e dai livelli di attività fisica.
I valori di riferimento consigliati dagli esperti considerano l’acqua assunta complessivamente anche attraverso gli alimenti e bevande di ogni genere e vengono così riassunti:
- Neonati sino a sei mesi di vita: 100 millilitri di acqua al giorno per ogni chilogrammo di peso.
- Bambini tra 6 mesi e un anno di età: tra 800 e 1000 millilitri di acqua al giorno.
- Bambini tra 1 e 3 anni di vita: tra 1100 e 1300 millilitri di acqua al giorno.
- Bambini tra i 4 e gli 8 anni di età: circa 1600 millilitri di acqua al giorno.
- Ragazzi tra 9 e 13 anni: 2100 millilitri al giorno per i maschi e 1900 millilitri al giorno per le femmine.
- Adolescenti, adulti e anziani:
Femmine: circa 2 litri di acqua al giorno.
Maschi: circa 2,5 litri di acqua al giorno.
Ovviamente in presenza di condizioni di stress ambientale o per particolari problemi sanitari (come i disturbi gastro-enterici) questi valori potrebbero anche raddoppiare.
Qual è l’importanza della qualità dell’acqua nel promuovere la longevità?
Riuscire a mantenere una buona idratazione riduce alcuni rischi di mortalità ed è considerato generalmente un segreto per invecchiare bene.
Uno studio pubblicato su eBioMedicine di Lancet dal National Institutes of Health (USA), ha dimostrato che chi da adulto si idrata male o poco è più a rischio di diverse malattie negli anni a venire, tra le quali quelle cardiache.
Lo studio è stato focalizzato sui livelli di sodio nel sangue, che aumentano quando diminuisce l’assunzione di liquidi comparando i livelli riscontrati con vari indicatori di salute. Questo studio ha verificato che gli adulti con alti livelli di sodio avevano maggiori probabilità di sviluppare condizioni croniche e mostrare segni tangibili di invecchiamento avanzato rispetto a quelli con livelli di sodio nella fascia media. La correlazione tra i livelli di sodio e l’invecchiamento biologico è stata realizzata attraverso 15 marcatori di salute, tra cui colesterolo, glicemia e la pressione del sangue, fornendo quindi indicazioni sul funzionamento del sistema cardiovascolare, respiratorio, renale, metabolico e immunitario di ogni persona analizzata e dimostrando che gli adulti con livelli più elevati di sodio nel sangue mostravano con maggiore probabilità segni di invecchiamento biologico più rapido con rischio dal 15 al 50% più alto di presentare una età biologica superiore a quella anagrafica e un rischio fino al 64% maggiore di sviluppare malattie croniche come l’insufficienza cardiaca, l’ictus, la fibrillazione atriale e le malattie delle arterie periferiche, oltre a malattie polmonari croniche, diabete e demenza.
Tuttavia, non è solo la quantità di acqua assimilata dall’organismo a essere importante ma anche e soprattutto la sua qualità. L’acqua potabile deve essere batteriologicamente pura (deve rispettare dei requisiti igienici e microbiologici) e priva di sostanze che possono essere dannose o che si sospettano tali per l’organismo (deve rispettare i severi valori limite e di tolleranza stabiliti oltre che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità anche dai singoli Regolamenti Sanitari e dalle Leggi Nazionali che sono comunemente più restrittivi nell’applicazione dei limiti di potabilità).
In che modo l’acqua può sostenere la salute cardiovascolare e la funzione cerebrale nel lungo termine?
Il mantenimento del valore di sodio nel sangue attraverso l’idratazione non è l’unico elemento fondamentale per sostenere la salute. Altri elementi come il potassio, il calcio e il magnesio, per citare alcuni elementi comuni, sono altrettanto importanti. Gli effetti di una buona idratazione sono dimostrati oltre che per le funzioni cognitive del cervello e quelle dell’apparato cardiovascolare, anche per la funzionalità renale e la conseguente eliminazione degli scarti metabolici attraverso le urine, per le funzioni digestive e assorbitive, per le funzioni muscolari e articolari oltre che per il mantenimento in buona efficienza della pelle come nostra prima barriera contro l’ambiente esterno. Nel lungo termine una buona idratazione aiuta a mantenere in salute tutto l’organismo.
Quali sono gli errori comuni che le persone commettono riguardo all’assunzione di acqua e come evitarli per promuovere una maggiore longevità?
Non parlerei semplicemente di errori comuni nell’assunzione di acqua, bensì parlerei di preconcetti e abitudini che teniamo senza una giusta conoscenza. Gli italiani sono i più grandi consumatori a livello mondiale di acque minerali in bottiglia con 200 litri pro-capite/anno con conseguente impatto ambientale nonostante l’Italia sia tra i paesi del mondo quella che dispone di un’acqua potabile altamente controllata e di ottima qualità nelle proprie reti.
Anche riguardo all’idratazione abbiamo molti preconcetti e in proposito vorrei chiarire e fare alcune considerazioni: innanzitutto non è sempre vero che bisogna bere rigidamente 2 litri di acqua al giorno, ma mantenere un corretto bilancio idrico. Se abbiamo difficoltà ad assumere per esempio più litri di acqua al giorno, una buona percentuale può essere assunta attraverso l’alimentazione incrementando il consumo di frutta e verdura.
Se è vero che il senso della seta specialmente con l’avanzare dell’età viene meno è anche vero che il senso della sete va allenato; meno si beve e meno si percepisce la necessità di bere, al punto che quando avvertiamo il senso di sete il nostro corpo è già disidratato oltre il 2%.
Un buon sistema per capire se stiamo bevendo a sufficienza è controllare il colore delle urine che devono essere chiare e limpide, mentre se sono di colore giallo scuro dobbiamo bere sicuramente di più.
Bisogna inoltre evitare se possibile l’assunzione di acque zuccherate o meglio prodotti industriali carichi di zuccheri semplici e cercare complessivamente di idratarci durante tutta la giornata (indicativamente bevendo 8-10 bicchieri al giorno, in pratica 30 millilitri per chilo di peso corporeo).
Attenzione poi a non eccedere troppo con l’idratazione: eccedere i 3-4 litri di acqua al giorno, a meno che non si pratichino sport agonistici o ci siano condizioni ambientali particolari (come alte temperature) o a causa di problemi gastro-enterici, può portare ad avere gravi ripercussioni portando, nel tempo, a una condizione di squilibrio elettrochimico pericolosa.
In condizioni di normale attività fisica e a temperatura ambientale ottimali è consigliabile non superare l’assunzione di 1,5 l di acqua all’ora per evitare che ci sia una riduzione troppo repentina di concentrazioni plasmatiche di sodio (iposodiemia), con le relative conseguenze.
In che modo l’idratazione influisce sulla funzione digestiva e sull’equilibrio dei fluidi nel corpo?
L’acqua è un elemento essenziale alla buona riuscita della digestione. Tuttavia, se introdotta in eccesso, può determinare l’eccessiva diluizione dei succhi digestivi prolungando i tempi di digestione.
La maggior parte dell’apporto idrico giornaliero dovrebbe avvenire lontano dai pasti, in modo che l’acqua assunta possa essere utilizzata più velocemente e in modo ottimale per altre funzioni fisiologiche dell’organismo.
È quindi opportuno bere solo due, tre bicchieri di acqua durante il pasto, a piccoli sorsi, a cominciare dai primi bocconi. Questo permetterà di migliorare la masticazione, la deglutizione e la digestione del cibo, oltre a dare il giusto senso di sazietà.
La scelta di bere acqua naturale o gassata è poi una questione legata più al gusto personale che non alla digestione. In generale si può dire che le acque bicarbonate e solfate (la concentrazione dello ione bicarbonato dovrebbe essere superiore a 600 milligrammi per litro, mentre quella dello ione solfato dovrebbe essere superiore a 200 milligrammi per litro) aiutano le persone con problemi digestivi a digerire meglio. Bicarbonati e solfati favoriscono l’attività del fegato e del pancreas stimolando la produzione di enzimi digestivi. Questo tipo di acqua è generalmente indicata dal medico per l’utilizzo fisiologico. Anche acque che contengono un buon apporto di ione calcio (acque calciche, con tenore di ione calcio superiore a 150 milligrammi per litro) contribuiscono alla funzionalità degli organi digestivi e in tal senso i valori di conducibilità, residuo fisso e durezza dell’acqua potabile sono indici del contenuto di calcio con una buona biodisponibilità.
Quali sono le migliori pratiche per incoraggiare una corretta idratazione tra le persone anziane per sostenere la longevità?
Bisogna innanzitutto osservare che nelle persone anziane le cause che possono portare alla disidratazione sono molteplici: la riduzione del senso di sete, i farmaci e alcune malattie croniche, il declino cognitivo, l’incontinenza e i problemi di mobilità che spesso sono presenti con l’avanzare dell’età. Sono solo alcuni dei problemi che portano a uno stato di disidratazione o a una incorretta e insufficiente idratazione delle persone anziane. Una volta che sono conosciute le cause, si può fare in modo di stimolare l’assunzione di liquidi negli anziani, per esempio creando e utilizzando dei promemoria (o meglio cercando di creare una routine nell’assunzione di liquidi), servendo cibi ad alto contenuto di acqua, posizionando bottiglie e contenitori di liquidi in luoghi facilmente accessibili e visibili, e cosa fondamentale, consultando medici e personale sanitario per eventuali ulteriori consigli pratici.

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Come l’acqua può influenzare la qualità della pelle e rallentare il processo di invecchiamento cutaneo?
Tutte le reazioni del metabolismo cutaneo avvengono a livello del derma. A livello epidermico non sono presenti vasi sanguigni e i cheratinociti, le cellule più importanti dell’epidermide, ricevono il loro nutrimento dal derma. È il derma quindi la sede del metabolismo cutaneo ed è attraverso l’ambiente acquoso che lo impregna che i nutrienti trasportati dai vasi sanguigni possono raggiungere le cellule cutanee per il loro metabolismo. Analogamente attraverso lo stesso ambiente acquoso ne vengono disperse le sostanze di scarto che sono raccolte dal sistema linfatico e venoso.
L’acqua è quindi un potente disintossicante per tutto il nostro organismo compresa la nostra pelle, perché come abbiamo visto, è in grado di eliminare i sottoprodotti e gli scarti del nostro metabolismo. Una buona idratazione consente di mantenere i tessuti della pelle più elastici, dando un aspetto più tonico, soprattutto se insieme a una buona idratazione facciamo uso di integratori e creme specifiche a base di glicosaminoglicani di cui l’acido ialuronico è un rappresentante. L’acido ialuronico è naturalmente prodotto nel derma dai fibroblasti ma la sua produzione diminuisce con l’invecchiamento. Prodotti contenenti tutta la famiglia dei glicosaminoglicani sono molto importanti nell’idratazione del derma essendo molecole in grado di “trattenere” naturalmente l’acqua nella pelle.
Quali sono gli ultimi sviluppi nella ricerca sull’acqua e sulla longevità che potrebbero influenzare le pratiche quotidiane?
Moltissimi sono gli studi che sono stati e che vengono condotti ancora quotidianamente nel campo della ricerca su come la salute dell’organismo sia influenzato da una corretta idratazione e dalla dieta assunta: ne sono testimoni i numerosi articoli scientifici che appaiono costantemente nelle riviste di settore e che trovano poi applicazioni nell’industria cosmetica, farmaceutica, alimentare, e nelle pratiche sanitarie in genere. È difficile citare un articolo per poi non fare torto ad altre ricerche di pari importanza.
Le nostre pratiche quotidiane sono comunque costantemente influenzate da queste ricerche, basta pensare a quanto è cambiato il nostro approccio negli ultimi decenni nel settore della cosmetica e dell’idratazione della pelle e a come il settore ha avuto uno sviluppo tecnologico elevatissimo, agli studi con cui quasi tutti i farmaci sono sottoposti per documentare come vengono assimilati ed eliminati dal nostro organismo, o semplicemente a tutte le informazioni che abbiamo ricevuto e alla conseguente maggior attenzione che ora poniamo nell’evitare alcune bibite troppo raffinate e ricche in zuccheri. E questo solo per citare alcuni degli sviluppi che la scienza e la tecnologia rivolgono a questo settore e a quanto ne siamo influenzati nella vita quotidiana.
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