Intervista a Carla Tocchetti, appassionata “Curatrice Viaggiante”, che da anni mette al centro della sua vita di comunicatrice la promozione di Arte e Cultura.
In che modo l’Arte e la Cultura possono arricchire la nostra vita quotidiana e contribuire al miglioramento della qualità della vita e al nostro benessere a lungo termine? Carla Tocchetti, esperta nell’organizzazione di eventi in campo culturale e artistico, esplora il significato profondo dell’essere umani, dell’essere insieme oggi.
Dottoressa Tocchetti, come descriverebbe il legame tra Arte, cultura e qualità della vita nella sua esperienza di organizzatrice di eventi?
Il mio è un lavoro multidisciplinare che intreccia vari aspetti e si basa sulla valorizzazione di opere, temi e persone in relazione a un contesto e un luogo. Attraverso queste leve ogni mio progetto promuove una fruizione della cultura in senso ampio e con familiarità direi quotidiana, incoraggiando la conoscenza di nuove forme d’arte e l’apprezzamento di idee e persone provenienti da contesti differenti. Un modo di pensare che non si limita allo spazio fisico dove si può fare l’esperienza artistica ma viene traslato nell’approccio che ognuno di noi ha nella vita di tutti i giorni quando si confronta con la conoscenza e le relazioni.
Quali sono i principali obiettivi quando crea progetti che promuovono la cultura e l’arte?
Il linguaggio dell’arte supera le barriere sociali e linguistiche ed è in grado di connettere le persone. Utilizzando l’arte come “felicissimo pretesto”, i miei progetti invitano il pubblico a esplorare e sviluppare nuove prospettive, trovando ispirazione per sé stessi e nel modo di stare insieme agli altri. Fondamentale punto di partenza è essere aperti a esperienze condivise, collaborazione e scambio di idee. Direi che l’opportunità principale dell’esperienza culturale (e quindi uno degli obiettivi più importanti) è diventare consapevoli della propria identità e del proprio potenziale, per migliorarsi attraverso la costruzione di relazioni significative.
Può condividere un esempio di un evento o progetto di cui è particolarmente orgogliosa e spiegare il suo impatto sulla comunità?
Rispondo con le parole di Yukio Mishima, saggista e poeta giapponese: «Quando ci accostiamo a un’opera antica, sia per lo spazio artistico, sia per il tempo artistico, diveniamo prigionieri del tempo e dello spazio di quell’opera, e sospendiamo, se non abbandoniamo del tutto, le parti della nostra vita moderna che risultano estranee a quella nuova dimensione spazio-temporale. Viviamo un’altra vita».
Tornando a noi, sono molti i progetti realizzati che rispondono a questo concetto, ma vorrei ricordare proprio quello dedicato a Mishima nel 2022 con l’artista giapponese Fukushi Ito al Battistero di Velate (Varese): un’installazione luminosa nel buio del piccolo edificio sacro seicentesco ci parlava del percorso di vita del grande intellettuale del ‘900, oggi piuttosto dimenticato, che incarnò tragicamente i dilemmi legati all’identità di un popolo, in una epoca di rapide trasformazioni. L’impatto numerico delle presenze è stato altissimo grazie soprattutto alla piacevolezza della realizzazione. Ma ancor maggiore è stato l’impatto qualitativo per il pubblico che ha avuto la possibilità di conoscere o rileggere la vicenda umana del grande Mishima, l’ultimo dei samurai, confrontandosi con la propria identità oggi nel mondo occidentale.
Come si avvale dei media per raccontare e valorizzare l’arte e la cultura nei suoi progetti?
Utilizzo un metodo molto personale che ho sviluppato nel corso degli anni, studiando l’evolvere della tecnologia comunicativa e le possibilità di creazione di contenuti. Ognuno deve sfruttare le leve che ha a disposizione. Io ho lavorato per anni in una agenzia di comunicazione e successivamente nella redazione di un quotidiano. Posso dire che lavoro personalmente alla somministrazione delle informazioni ai miei target, dapprima verticalmente poi in senso orizzontale, interessando i media classici (giornali, radio e tv) perché amplifichino il messaggio, mantenendo alto il livello di attenzione del mio pubblico per tutta la durata dell’evento e oltre.
Quali contributi immediati possono portare l’arte e la cultura nella società moderna?
Frequentare occasioni culturali, soprattutto in presenza ma anche virtuali, aiuta le persone a sentirsi parte di una comunità costruttiva e a mantenere relazioni significative per condividere opinioni e ispirazioni. Inoltre la possibilità di aggiornarsi gioca un ruolo fondamentale: l’esperienza artistica o culturale è in grado di fornire nuove conoscenze e informazioni sulle innovazioni, contribuendo alla consapevolezza sulla propria competenza e alla crescita personale.
Qual è stata la sfida più grande che ha affrontato nell’organizzare eventi culturali e come l’ha superata?
Durante la pandemia il governo ha imposto con brevissimo preannuncio il divieto di aprire i luoghi di cultura. Avevo in corso la preparazione di un vernissage per un’artista che proveniva dal Centro Italia e non avrei potuto procedere come pianificato. È sempre possibile una rilettura del problema, basta cambiare punto di vista (è uno dei grandi assunti del processo artistico)! Ho costruito a tempo di record un vernissage online intrecciando le possibilità della diretta offerta dai social e la disponibilità di alcuni mini video di approfondimento realizzati in streaming al volo con persone di tre regioni diverse. L’evento è stato seguitissimo con migliaia di visualizzazioni ed è stato anche divertente parlare al mio pubblico seduta sui gradini del Battistero di Velate, con il settecentesco portone alle mie spalle sprangato!
Può parlare di come l’integrazione delle pratiche culturali nelle iniziative di comunità possa migliorare la qualità della vita urbana?
Integrare eventi culturali nella quotidianità di un piccolo borgo (come è stato ad esempio il Sacro Monte o il rione Velate a Varese, due sedi di mie attività culturali a lungo termine) può favorire la coesione sociale permettendo alle persone di ritrovarsi in una cornice inedita, vivendo un ruolo per una volta al di fuori della propria comfort zone. Iniziative culturali di livello contribuiscono a puntare i riflettori sul luogo storico o religioso e quindi permettono una rinnovata attenzione a ciò che la comunità possiede (sono anche partiti alcuni progetti di manutenzione e restauro con fondi raccolti durante i miei eventi). Un’ampia portata di pubblico è in grado di richiamare l’interesse di altri referenti o istituzioni, creando un clima di valorizzazione e condivisione in cui è piacevole vivere e progettare.
Quali strategie utilizza per garantire che i suoi eventi siano accessibili e inclusivi per diverse fasce di pubblico?
Non credo che si possa fare approfondimento mantenendosi universalmente inclusivi, poiché ogni progetto culturale permette una specifica opportunità in relazione a un tema o gruppo di tematiche. Sarà compito del progettista o organizzatore differenziare l’offerta e moltiplicare le opportunità in relazione ai vari target di interesse.
Guardando al futuro, quali nuove tendenze o direzioni prevede per il settore degli eventi culturali?
È importantissimo che le persone continuino a investire in conoscenza, aggiornamento e visione, per trasformare ogni età della vita in una esperienza ispiratrice, consapevole e felice. Nuove forme di interrelazione tra artisti e pubblico permetteranno di raccogliere e restituire memorie o identità che si vanno perdendo nei processi di globalizzazione. Ci sarà sempre più bisogno di curatori e narratori, cioè di persone che possano animare la circolazione della cultura nella nostra società dominata dall’economia e dalla tecnologia.
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